martedì 10 aprile 2012

Fibromialgia

Ti è mai capitato di accusare dolore costante o stanchezza senza particolare ragione? La fibromialgia, detta anche ­sindrome fibromialgica, provoca un senso di affaticamento costante e dolore cronico. Di questa patologia è affetto in larga parte il sesso femminile in età adulta, che non rendendosi conto di avere la fibromialgia, si sente a disagio in varie situazioni.

La fibromialgia non va confusa con la sindrome di Sindrome di Sjögren, provocata da un basso numero di anticorpi nucleari.
Visto che la fibromialgia può aggravarsi nella sindrome del colon irritabile, è importante effettuare una corretta diagnosi e relativa cura della fibromialgia.

Soffro di fibromialgia? Scopri i sintomi della fibromialgia
Sei particolarmente sensibile al freddo o al caldo soprattutto durante il cambio stagione? Hai difficoltà a riposare? Hai dolori muscolari e alle articolazioni?
Se hai risposto di sì a più di una domanda, forse si tratta di fibromialgia. I medici stessi non hanno ancora individuato un metodo scientifico per diagnosticare la fibromialgia in quanto dai comuni esami del sangue non risulta.
Tutto si basa sull’anamnesi ossia da una presa di coscienza del proprio stato di salute. Eppure esiste un metodo per accertare l’esistenza della Sindrome fibromialgica: effettuare la digitopressione sui 18 tender points. Se almeno 11 dei tender points risultano doloranti, allora si può iniziare a sospettare di soffrire di fibromialgia.

È possibile curare la fibromialgia?
La fibromialgia è dovuta a vari fattori. Uno di questi è la scorretta comunicazione fra le cellule del sistema nervoso, l’altro è una iperattività neurovegetativa. Ecco perché avvertiamo esagerate sensazioni di dolore o percepiamo il dolore laddove niente dovrebbe provocarlo. I casi in cui proviamo un dolore esagerato, potrebbero essere in occorrenza del cambiamento delle condizioni climatiche, degli ormoni nel periodo premestruale o di tiroidite, o ancora fattori psicologici che alterano il nostro umore.

Dopo aver individuato la fibromialgia si possono seguire vari tipi di terapie per alleviare i dolori.
Per alleviare i dolori muscolari bisogna fare attività fisica, in particolar modo stretching, TENS e termoterapie. Per far rilassare i muscoli, si può intervenire assumendo farmaci miorilassanti.
Anche le terapie psicologiche e l’adozione di antidepressivi possono aiutare chi presenta depressione e ansia. 

giovedì 22 marzo 2012

Diabete

Il diabete è classificato come un disturbo del metabolismo. Il metabolismo si riferisce al modo in cui il nostro corpo usa il cibo digerito per ricavarne energia e per favorire la crescita. La maggior parte di ciò che mangiamo produce glucosio. Il glucosio è una forma di zucchero presente nel sangue ed è la principale fonte di carburante per il nostro organismo. 

Quando il cibo viene digerito il glucosio si fa strada nel nostro flusso sanguigno. Le nostre cellule usano il glucosio per produrre energia e crescere. Tuttavia il glucosio non può entrare nelle cellule senza che vi sia la presenza dell’insulina, che rende possibile il passaggio al loro interno. L'insulina è un ormone che viene prodotto dal pancreas. Dopo aver mangiato, il pancreas rilascia automaticamente una quantità adeguata di insulina per veicolare il glucosio presente nel nostro sangue fino alle cellule, il fine è quello di abbassare il livello di zucchero nel sangue. 

Il diabete è una condizione in cui la quantità di glucosio nel sangue è troppo elevata (iperglicemia). Questo perché il corpo non produce abbastanza insulina, o essa è difettosa  o le cellule non rispondono correttamente all'insulina che il pancreas produce. Il risultato è l’eccesso di glucosio nel sangue. Questo eccesso di glucosio nel sangue viene eliminato dal corpo mediante le urine.

I sintomi  del diabete sono tutti correlati ad una elevata presenza di zucchero nel sangue. Nel tipo I (insulino-dipendente / ad esordio precoce), il diabete è causato dal fatto che il corpo non produce abbastanza insulina per regolare correttamente lo zucchero nel sangue. Il tipo II (non insulino-dipendente / insorgenza da adulto) il diabete è causato dall’incapacità del corpo di utilizzare l’insulina. I sintomi includono:

Sete eccessiva: uno dei primi sintomi del diabete è spesso l’eccessiva sete che non è correlata all'attività fisica, al caldo o ad una malattia, ma al fatto che il corpo non riesce a trattenere i liquidi in seguito all’eccesso di zuccheri nel sangue.

Fame eccessiva. Si avverte molta fame, indipendentemente da quanto si mangi, a causa del fatto che le cellule non riescono a utilizzare lo zucchero presente nel sangue.

Minzione frequente,  soprattutto durante la notte.

Fatica. La stanchezza e la fatica sono i sintomi più comuni del diabete.

Perdita di peso improvvisa

Visione sfocata. La visione offuscata può comparire a causa del fatto che il diabete può portare alla degenerazione maculare e alla cecità finale.

Intorpidimento e/o formicolio alle mani e ai piedi che si verificano a causa di una neuropatia periferica.

mercoledì 21 marzo 2012

Cefalea

La cefalea, definita più comunemente mal di testa, è tra le sindromi dolorose la più comune. In modo più specifico possiamo definire la cefalea come un senso di dolore al capo accompagnato da un conseguente perturbamento del benessere generale. Il più delle volte la cefalea è una banale conseguenza di una giornata di lavoro particolarmente pesante o di uno scoppio d'ira represso. Ma non è sempre così.

Innanzitutto, per classificare in modo corretto il disturbo occorre distinguere la cefalea primaria dalla cefalea secondaria.
Sotto la definizione di cefalea primaria rientrano i seguenti disturbi: l'emicrania, la cefalea di tipo tensivo, la cefalea a grappolo. L'emicrania è la forma più diffusa della cefalea primaria. Si manifesta come un dolore pulsante che interessa la zona della fronte e delle tempie, mentre a  scatenarla contribuiscono le cause più diverse: stress, variazioni ormonali dovute al ciclo mestruale, livelli di zuccheri ematici piuttosto bassi. La cefalea di tipo tensivo, invece, è un dolore continuo, di intensità lieve o moderata, che interessa tutto il capo (il classico cerchio alla testa). Anche in questo caso gioca la sua parte lo stress, fattore determinante nella sua comparsa, insieme all'ansia. Per cefalea a grappolo, infine, si intende la cefalea che riguarda un solo lato della testa, colpito con attacchi molto intensi e di tipo ciclico. Le singole crisi si possono ripetere più volte nell'arco della stessa giornata, e si possono ripresentare per settimane, mesi oppure anni (nel caso sia cronica). La causa della cefalea a grappolo è essenzialmente legata ad un cattivo funzionamento dell'ipotalamo, ma fanno la loro parte anche squilibri ormonali o dei neurotrasmettitori.

La cefalea secondaria è solitamente il sintomo di qualche altro disturbo. Appartengono a questa seconda categoria:

-       la cefalea oculare, causata più frequentemente da glaucoma;
-       la cefalea da trauma cranico, attribuita a un incidente stradale, una caduta accidentale. Si manifesta al momento del trauma per protrarsi nei giorni seguenti;
-   la cefalea da ipertensione arteriosa, quando il regime pressorio rilevato si assesta al disopra dei 95 mmHg per la pressione diastolica e al disopra dei 160 mmHg per quella sistolica;
-   la cefalea da rinosinusite, che evidenzia la patologia di infiammazione acuta dei seni nasali e paranasali;
-   la cefalea da ipoglicemia, che si può verificare nei pazienti diabetici, ma anche nelle condizioni di alcolismo o malattie infettive.

giovedì 1 marzo 2012

Tumore al polmone

Il tumore o cancro al polmone è uno dei tumori più diffusi. Il cancro al polmone è causato dalla crescita eccessiva di cellule maligne in questo organo. Se non diagnosticato precocemente può spostarsi ad altri organi e causare la morte.

La causa più comune di un tumore al polmone è generalmente il fumo del tabacco di sigarette o sigari. Smettere di fumare riduce significativamente il rischio di contrarre anche altre malattie legate al tabacco, come malattie cardiache, enfisema e bronchite cronica. Il cancro al polmone può essere anche causato da  intossicazione da radon. Il radon è un gas radioattivo presente nelle rocce e nel suolo della terra, formato dal decadimento del radio naturale. Essendo invisibile e inodore, l'unico modo per determinare se si è esposti al gas è misurarne i livelli. Le persone più a rischio sono i minatori che hanno inalato minerali radioattivi come uranio, arsenico, cloruro di vinile, nichel, derivati del carbone. La predisposizione genetica è un'altra causa del cancro al polmone.
Anche persone con un eccesso o carenza di vitamina A hanno più probabilità di contrarre il cancro.

Le persone che soffrono di cancro al polmone presentano sintomi come: tosse o dolori al petto, presenza di un fischio mentre si respira, mancanza di respiro, tosse con presenza di sangue, raucedine o gonfiore del viso e del collo, sensazione di affanno. La diagnosi del cancro al polmone viene effettuata con una biopsia del tessuto polmonare. Il dottore s’informerà sulla storia clinica del paziente. Si effettuerà risonanza magnetica, studi radiologici come i raggi X e ulteriori esami per escludere che il tumore si sia sparso anche in altre parti del corpo. La tomografia computerizzata fornirà informazioni più accurate su dimensione, forma e posizione del tumore. La cura del tumore al polmone include solitamente un intervento chirurgico, la chemioterapia e la radioterapia.

Psoriasi

Che cos’è?

E’ una malattia cronica della pelle, caratterizzata da chiazze rosse ricoperte da squame cornee. Le lesioni possono interessare tutta la pelle, ma prediligono i gomiti,le ginocchia, il cuoio capelluto. In certi casi le lesioni cutanee sono associate ad artropatia infiammatoria che interessa in prevalenza le piccole articolazioni.
La situazione della psoriasi migliora con il caldo e soprattutto con l’esposizione al sole, mentre, peggiora nei mesi freddi invernali.

Sono state identificate vari tipi di psoriasi: la psoriasi palmo plantare, che colpisce le mani o la pianta del piede; la psoriasi inversa, colpisce le ascelle, l’ombelico e le natiche; la psoriasi ungueale, che caratterizza le unghie delle mani; la psoriasi pustolosa, caratterizzata da una pustola di colore giallastro; la psoriasi guttata, caratterizzata da piccole lesioni squamose e colpisce nell’età giovanile; la psoriasi artropatia, che colpisce la pelle e le articolazioni, accompagnata da infezioni.

Le cause?

La psoriasi si ritiene sia dovuta a un’alterazione dei meccanismi dell’immunità cellulare. Essa può essere di predisposizione genetica. Si ritiene che, in certi casi, possano agire da fattori scatenanti i traumi superficiali, le malattie infettive, l’uso prolungato di alcuni farmaci, oppure le situazioni stressanti.

Sintomi

La psoriasi è una delle dermatosi più diffuse e colpisce tutte le età, anche se con frequenza maggiore tra i 20 e i 40 anni. Essa si presenta sotto vari aspetti: come una chiazza larga e spessa di pelle in rilievo, come una lieve squamatura oppure come una protuberanza appiattita.

Come si cura?

E’ possibile far scomparire le chiazze, ma queste tendono a ricomparire frequentemente. Per le psoriasi molto diffuse, vi sono moderni farmaci efficaci . La terapia varia da caso a caso a seconda della estensione e gravità delle lesioni. Attualmente vi sono farmaci, per uso orale, che in alta percentuale di casi gravi riescono a dominare la dermatosi: sono impiegati i retinoidi, gli antimetabolici, la foto chemioterapia ( trattamento molto efficace che unisce l’esposizione ai raggi ultravioletti all’assunzione orale di farmaci foto sensibilizzanti).

mercoledì 22 febbraio 2012

Dermatite

Che cos’è?

Per dermatite si intende una patologia che riguarda la pelle. Essa è un’infiammazione dello strato più profondo della pelle, il derma, posto sotto l’epidermide. La dermatite consiste in una reazione immunitaria infiammatoria della pelle, e si manifesta come un'irritazione. L’insorgenza di essa è dovuta a molteplici cause che possono avere origine esogena o endogena. Si manifesta con lesioni infiammatorie della pelle a carattere vescicoloso e pruriginoso (pustole, desquamazioni,vescicole,papule), che danno vita a un eczema.

Le cause?

La dermatite può essere da contatto allergico, da contatto irritante o di natura microbica. Le prime sono spesso dermatopatie professionali, causate da una esposizione continua agli agenti manipolati nell’attività lavorativa. Esistono due forme di dermatite: esogena ( come reazioni allergiche, Neurodermite o Dermatite atopica) ed endogena (come reazioni autoimmunitarie, Psoriasi).

Sintomi e diagnosi

Spesso la dermatite si acutizza in situazioni di stress. Si pensa, infatti, che gli ormoni dello stress stimolino ulteriormente la risposta immunitaria all’irritazione. L’insorgere della dermatite si presenta con uno stato di arrossamento localizzato accompagnato da prurito al quale segue un’alterazione della pelle che si manifesta con varie forme di eruzione cutanee che danno origine a un eczema.

E’ fondamentale non applicare nessun tipo di medicamento sulla lesione prima della visita medica. Questo, infatti, potrebbe portare a una diagnosi sbagliata da parte del medico. Occorre che il medico possa osservare la pelle della zona colpita per come si presenta naturalmente.

Come si cura? Con trattamento locale ( che si fonda sull’impiego di pomate, antistaminiche o cortisoniche) e terapia antistaminica per via generale; in determinati casi, anche mediante opportuna misure dietetiche, basate sui risultati di test allergologici. Con la comparsa dei primi sintomi è bene rivolgersi al medico di famiglia che in base alla gravità della dermatite, se lo ritiene necessario, richiederà l’intervento del dermatologo per approfondire la diagnosi e la terapia.

Cataratta

La cataratta è una malattia dell’occhio che causa l’opacità del cristallino, che normalmente è chiaro e trasparente, ma con la cataratta diventa offuscato e causa una visione fumosa e annebbiata degli oggetti. Alcuni sintomi comuni della cataratta includono: visione offuscata ma non dolorosa, maggiore sensibilità alla luce; frequenti cambiamenti nella classificazione degli occhiali, visione doppia in un occhio, bisogno di una luce più brillante quando si legge, scarsa visione notturna, visione dei colori sbiadita o ingiallita. La cataratta non curata porta solitamente alla cecità.

Le cause della cataratta sono legate per lo più all'invecchiamento dell'occhio. Alcune altre cause di cataratta sono: ereditarietà, problemi di salute come il diabete, lesioni agli occhi, farmaci come gli steroidi, esposizione prolungata al sole senza protezione, precedente intervento chirurgico agli occhi. La cataratta viene diagnosticata mediante un esame ravvicinato degli occhi eseguito dall’oculista. La velocità con cui si sviluppa una cataratta dipende dal singolo individuo e può variare anche da un occhio all’altro. In genere la cataratta associata all'età progredisce gradualmente nell'arco di diversi anni.

Il trattamento della cataratta richiede un operazione chirurgica atta a rimuovere il problema. Tuttavia, se i sintomi di una cataratta sono lievi è possibile che si possa semplicemente effettuare un cambiamento di lenti, il che vi permetterà di vederci chiaramente. Non esistono farmaci, integratori alimentari, esercizi o strumenti ottici che si siano rivelati utili per prevenire o curare la cataratta. La protezione dalla luce solare eccessiva può aiutare a prevenire o rallentare il progredirsi della cataratta. Gli occhiali da sole che filtrano i raggi ultravioletti assicurano un utile protezione per l’occhio.

In base alla gravità dei sintomi il paziente e l’oculista decideranno insieme quale sia il momento più opportuno per ricorrere alla chirurgia. L’intervento chirurgico per rimuovere la cataratta è di solito eseguito in anestesia locale senza ricovero. Durante l'intervento chirurgico si rimuove il cristallino offuscato dall'occhio e si provvede all’impianto di una lente intraoculare permanente.
Dopo l’operazione è necessario applicare un collirio regolarmente.

Artrosi

L’artrosi, anche detta osteoartrosi, è una malattia degenerativa delle articolazioni tra le più comuni malattie. Si verifica più spesso tra persone di mezza età e anziani. Colpisce il collo, la parte bassa della schiena, le ginocchia e le articolazioni delle dita. Circa il 70% delle persone oltre i 70 anni mostrano evidenze radiografiche di malattie artritiche, ma solo la metà degli individui presentano sintomi. L'osteoartrite (altro nome per artrosi) può colpire anche le articolazioni che sono state precedentemente danneggiate da un uso eccessivo o prolungato. I pazienti con osteoartrosi possono subire una compromissione funzionale.

L’artrosi si verifica quando la cartilagine articolare degenera e si deteriora. La causa esatta della malattia non è tuttora nota. Alcuni tipi di artrite sono ereditarie, tra queste la forma più comune è quella che causa deformità delle nocche. Questa anomalia si traduce in una variazione di amminoacidi proteici, il che comporta un precoce decadimento della cartilagine. Le donne sono generalmente più colpite da osteoporosi degli uomini.

La diagnosi dell’artrosi viene effettuata generalmente dopo la comparsa di dolori articolari. L’esame medico comporta un esame fisico, esecuzione di raggi X ed esclusione di altri tipi di malattie comuni. Il trattamento dell'osteoartrosi include misure farmacologiche e non farmacologiche volte ad alleviare il dolore e migliorare la funzione articolare. Il trattamento farmacologico inizia con l'uso di analgesici (ad esempio paracetamolo), a cui si possono aggiungere farmaci antinfiammatori non steroidei (ad esempio ibuprofene e naprossene sodico). Si possono anche adottare infiltrazioni di farmaci corticosteroidi.

Le cure non farmacologiche comprendono l'educazione del paziente, esercizi per ripristinare la mobilità articolare e la forza muscolare, aumento della capacità aerobica, riduzione del peso (se a dolere sono le gambe e le ginocchia) e applicazione di ghiaccio per alleviare il dolore.

Per i giunti gravemente danneggiati si può richiedere un intervento chirurgico di riparazione o sostituzione così da eliminare il dolore e ripristinare la normale funzione articolare. Infine per il trattamento dell'osteoartrosi ci si può recare dal reumatologo.

mercoledì 15 febbraio 2012

Cheilite

La cheilite è un’infiammazione del labbro e si presenta sottoforma di piccoli tagli e gonfiori.
Si sa che le labbra sono una zona delicata del nostro viso e sono spesso a contatto con corpi estranei che possono causare infiammazioni, che in termine medico vengono chiamate chelite.

Le cause della cheilite:

una delle cause è la mancanza della vitamina B12, contribuiscono inoltre le allergie, fattori climatici e lo stress. Non bisogna allarmarsi perché non si tratta di disturbi che nuociono alla nostra salute, basta pensare al classico herpes labiale che colpisce la maggior parte della popolazione.
Le cheliti possono colpire sia il labbro superiore che quello inferiore. Una causa è data anche da un batterio chiamato candida albicans.

Contagiosità e durata della chelite:
Le cheliti portate da allergie non hanno una durata elevata, ma regrediscono con il tempo. Possono durare al massimo 4 settimane e non sono contagiose.
Le infiammazioni portate da virus,invece, non regrediscono da sole , ma devono essere eliminate con appositi laser. Sono molto contagiose e possono essere trasmesse tramite rapporti sessuali orali a livello di labbra, lingua, cavo orale.

Le forme della chelite:

·         Chelite da allergia: è un’infiammazione portata da diverse allergie. Può essere dovuta ad allergia a determinati prodotti cosmetici, come rossetti, creme, perfino il dentifricio, se troppo aggressivo può scatenare una reazione allergica.
Non sono da meno gli alimenti che contengono elevate quantità di nichel come il cioccolato e i pomodori.

·         Perlèche : è una chelite angolare in quanto si concentra sugli angoli esterni della bocca. Si presentano delle crosticine fastidiose dovute a batteri che si sviluppano a contatto con la saliva.

·         Chelite da mughetto: è causata da un fungo chiamato candida albicans che aggredisce le mucose. Attacca il nostro organismo quando le nostre difese immunitarie sono carenti, specialmente dopo un forte periodo di stress o dopo aver assunto antibiotici.

·         Cheliti virali: esistono due tipi di che liti virali ovvero infiammazioni provocate da virus. La classica febbre o herpes. Questo virus entra a contatto in età infantile ma non si sviluppa, per poi ricomparire in età adulta sotto stimolo. Un altro virus è il papilloma. Queste croste al contrario delle altre non regrediscono da sole , ma devono assolutamente essere curate.

I sintomi della chelite:
Uno dei sintomi principali di queste infiammazioni è sicuramente la sensazione di prurito che si avverte nella zona interessata. Successivamente tale zona risulterà con un leggero gonfiore fino al formarsi della crosta. In questi casi è bene non mordersi le labbra o grattarsi in quanto si potrebbe aggravare il livello di infiammazione.

Le cure:
Nella maggior parte dei casi, l’infiammazione guarisce spontaneamente. Per chi volesse accelerare i tempi di guarigione esistono in commercio diversi farmaci come cerotti o pomate che stimolano il processo di guarigione riducendo i tempi.
Nei casi più gravi come nelle cheliti virali questi rimedi non sono sufficienti. Il virus va eliminato definitivamente con appositi laser.

Alopecia areata

L’alopecia areata consiste nella perdita di capelli o peli nel resto del corpo sottoforma di chiazze o aree molto evidenti. In casi molto rari può succedere che tale patologia si sviluppi per l’intero cuoio capelluto.
E’ una malattia molto diffusa che colpisce sia gli uomini che le donne.

Le cause dell’alopecia areata:
Le cause non sono del tutto chiare, tuttavia gli specialisti pensano diverse ipotesi. La causa principale è dovuta alla disfunzione immunitaria che causerebbe la rottura dei follicoli capillari.
Un’altra ipotesi è quella genetica, infatti, alcuni individui hanno una predisposizione nei geni a tale patologia. Anche la mancanza di ferro contribuisce alla perdita dei capelli che risultano indeboliti fin dalla radice.
Non è solo una questione di genetica, un altro fattore che gioca un ruolo rilevante è lo stress.
Questa malattia non è contagiosa, ma può essere ereditata.
Per avere una corretta diagnosi basta fare un semplice esame clinico.

Forme dell’alopecia areata:
  • Alopecia barbae: si manifesta esclusivamente sulla zona della barba.
  • Alopecia totale: si manifesta in più zone della capigliatura.
  • Alopecia universale: è presente in tutto il corpo non solo sul cuoio capelluto,ma anche su ciglia, ascelle, gambe…
  • Alopecia areata monolocularis: si presenta in un solo punto della zona capillare.
  • Alopecia areata multilocularis: si manifesta in più zone del cuoio capelluto.
  • Alopecia areata ophiasis: è una forma che si presenta esclusivamente sulla zona posteriore della testa.

Sintomi dell’alopecia areata:

I primi segni sono subito visibili, infatti, è possibile notare delle aree diradate sul cuoio capelluto.
Con il passare del tempo, queste aree diventano più fitte, i capelli cadono e nella zona capillare si formano delle chiazze solitamente di forma circolare.
Prevalentemente questa malattia interessa il cuoio capelluto, ma può riguardare anche altre zone del corpo.
Nelle forme più gravi è addirittura possibile che si manifestino delle distrofie alle unghie. Esse diventano fragili e sottili e talvolta si può perdere la lunetta, comportando difficoltà nelle azioni manuali.

Le cure:
Può succedere che questa patologia scompaia da sola, se così non fosse esistono diverse cure.
Per stabilire qual è la terapia più idonea è bene recarsi da un dermatologo. Una volta stabilita la terapia, bisogna seguirla costantemente per qualche mese prima di stabilire se è effettivamente efficacie.
Terapia ormonale : consiste nell’assunzione di integratori alimentari a base di ormoni o uso di cortisoni.
Terapia non ormonale :  è la più leggera e la si consiglia soprattutto per i pazienti molto giovani che non hanno ancora raggiunto lo sviluppo. Consiste nell’uso di laser specifici che stimolano la ricrescita dei peli.
Nuove terapie: sono state sperimentate delle terapie alternative che hanno dato buoni risultati. Non sono trattamenti medici, ma consistono nell’ingerire degli infiammatori naturali come il ribes nero.

venerdì 27 gennaio 2012

Autismo

Quando parliamo di autismo intendiamo una serie di complessi disturbi dello sviluppo cerebrale.

Disturbi che provocano una disabilità e influenzano per tutta la vita il modo in cui il soggetto comunica con le altre persone. In termini ancora più generali, l'autismo è dunque una serie di disordini che influenzano il processo in cui una persona dà senso al mondo che la circonda.

Questa malattia si manifesta a varie intensità: alcune persone afflitte da autismo sono in grado di vivere una vita in maniera indipendente, ma altri possono avere difficoltà di apprendimento ed hanno bisogno di accompagnamento. Le persone con autismo soffrono infatti di una diffusa insicurezza negli ambiti della vita sociale e possono manifestare sovra o sotto sensibilità ai suoni, al tatto, ai sapori, agli odori, alla luce e ai colori. I soggetti autistici accusano mancanza di reazioni a stimoli specifici, hanno difficoltà ad esprimersi e non sono spesso in grado di provare sentimenti di gioia e felicità.

Le statistiche a livello globale dicono che ad 1 bambino ogni 110 viene diagnosticata questa malattia. 1,5 milioni di individui ne sono colpiti soltanto negli Stati Unti e le tendenze sono in aumento.

Le cause dell'autismo sono ancora sconosciute: il cervello contiene più di 100 miliardi di neuroni in  diversa connessione fra loro. Nei soggetti autistici questi canali di comunicazione fra cellule sono danneggiati e si deteriorano.

Non esiste una cura per l'autismo, ma intervenire subito e in maniera mirata può consentire agli individui autistici di raggiungere un discreto livello di qualità della vita. L'educazione all'uso del linguaggio e allo sviluppo di forme di comunicazione complementare è in questo senso essenziale.

Asma

Le vie respiratorie sono i canali di trasporto dell'aria dentro e fuori i polmoni. Quando le vie aree sono irritate, i muscoli intorno alle pareti si restringono impedendo la regolare e completa respirazione. Le pareti delle vie aeree che si infiammano cominciano a gonfiarsi e, a causa dell'azione congiunta di muco e catarro, occludono ancor più i canali deputati al passaggio dell'aria.

L'asma è una condizione cronica causata da una varietà di fattori. Come altre malattie di questo tipo va e viene: può passare inosservata per lunghi periodi di tempo e riattivarsi in qualsiasi momento. Si tratta dunque di conoscerne i fattori scatenanti, per prevenirla.

Asma allergica: colpisce bambini e adolescenti (la prima manifestazione avviene di solito al di sotto dei 35 anni). Gli allergeni sono di varia natura: acari, polvere, pollini, solfiti, animali domestici, cibo (carne, pesce, uova e latte).

Asma non allergica (perlopiù irritante): si verifica in adulti di mezza età dopo esercizio fisico, esposizione a basse temperature, o infezioni dell'apparato respiratorio. Provocato da fattori irritanti (fumo, smog, inquinamento, esalazioni da collanti e vernici, reflusso gastroesofageo), fattori emozionali (fatica, stress, paura) e fattori ormonali, come la sindrome premestruale.

I sintomi dell'asma sono attacchi ricorrenti di dispnea (respirazione difettosa) e respiro sibilante, che variano in gravità e frequenza da persona a persona. Possono emergere più volte in un giorno o una settimana con picchi durante l'attività fisica o di notte.

La cura migliore per l'asma è la prevenzione e la conoscenza dei fattori scatenanti. L'asma ha un tasso di mortalità relativamente basso rispetto ad altre malattie croniche, ma i soggetti a rischio devono stare all'erta.

In un episodio di asma, noto anche come attacco d'asma, l'intasamento delle vie respiratorie porta a tosse, affanno, oppressione toracica ed eccessiva produzione di muco, che può essere espulso.

Il trattamento deve essere effettuato a stretto contatto con il medico, perché, se trascurato, porta a danni a lungo termine al sistema respiratorio, con conseguente riduzione delle attività fisiche.

Aneurisma

Un aneurisma è un'anormale dilatazione di una parte di un'arteria, causata dalla debolezza della parete del vaso sanguigno. Le cause degli aneurismi sono diverse: malformazioni artero-venose, fistole e altre alterazioni dei vasi sanguigni. La sintomatologia dell'aneurisma è molto vasta e comprende mal di schiena, mal di testa, dolori al collo, offuscamento della vista o visione doppia, dolore oculare, pupille dilatate, ipersensibilità alla luce (fotofobia), perdita di sensibilità, nausea e vomito. Nella maggior parte dei casi, un aneurisma cerebrale non provoca sintomi e passa inosservato. In rari casi, la rottura dell'aneurisma cerebrale, provoca rilascio del sangue nel cranio e può causare un ictus.

Il rigonfiamento, o sacca, si sviluppa nell'arteria perché la parete del vaso è debole e causa una pericolosissima compressione dei nervi circostanti e del tessuto cerebrale con conseguente paralisi del nervo.

Nelle procedure di embolizzazione, i medici utilizzano l'immagine guida per posizionare piccole bobine di metallo morbido all'interno dell'aneurisma, in modo da bloccare il flusso di sangue e prevenirne la rottura. Allo stesso modo un'altra terapia impiega un liquido a tenuta rapida che previene il rilascio di agenti embolici.

Tra i tipi di aneurisma troviamo quello aortico, che riguarda l'arteria principale del cuore, quello cerebrale, quello alla gamba (aneurisma dell'arteria poplitea) e quello all'intestino (aneurisma dell'arteria mesenterica). In generale queste malformazioni si tendono a formare in corrispondenza dei punti in cui l'arteria si divide o si dirama.

Gli aneurismi sono molto rari nei pazienti sotto i 20 anni di età e più frequenti nei pazienti più anziani. Secondo le statistiche il sessanta per cento delle persone in cui l'aneurisma ha provocato rotture dei vasi sanguigni è destinato a morire entro un anno.