lunedì 2 maggio 2011

Meningite

La meningite è una grave forma d’infiammazione delle meningi, le membrane che ricoprono il sistema centrale nervoso a protezione dell’encefalo e del midollo spinale.

Contagiosa soltanto durante le fasi più acute e nei giorni immediatamente successivi alla manifestazione dei primi sintomi, in genere la malattia si sviluppa quale conseguenza di una diversa infezione batterica, virale o da funghi, a partire da un originario focolaio sorto nell’apparato respiratorio o alle orecchie.
La forma meno grave e più diffusa, da cui si guarisce, in linea di massima, nell’arco di una decina di giorni, ha origine virale e viene definita in gergo meningite asettica.
Meno trascurabili sono le specie di origine batterica, imputabili, in genere, al batterio meningococco - che si trasmette per via respiratoria e che può dar luogo a forme di meningite fulminante con conseguente decesso dopo poche ore dai primi malori - allo pneumococco - causa anche di otiti e polmoniti, ed anch’esso trasmissibile per via respiratoria - o al batterio emofilo, o Hib, maggiormente diffuso tra i bambini di età inferiore ai 5 anni, sebbene dalla fine degli anni ’90 sia previsto un vaccino apposito che ne ha ridotto notevolmente l’incidenza.

I sintomi sono vari e possono essere facilmente confusi con quelli di un comune stato influenzale: febbre alta, mal di testa, irrigidimento del collo, vomito e nausea, sonnolenza ma anche fotofobia convulsioni ed alterazione dello stato di coscienza.
É bene, pertanto, ove si riscontrasse uno stato simile, rivolgersi immediatamente ad un medico o recarsi al più vicino pronto soccorso.
Sono fattori di rischio l’età (i bambini sotto i cinque anni e gli anziani, per le meningiti da pneumococco, sono i più esposti), il fumo, attivo e passivo, e le pregresse infezioni delle vie respiratorie.

Il trattamento consta di una terapia antibiotica accompagnata delle più opportune misure di profilassi per limitare i contatti con soggetti non contagiati, per i casi più gravi. Se trascurata o non risolta può condurre a danni permanenti del sistema neurologico o, addirittura, al decesso.